sabato 25 dicembre 2010

Panettone: Buon Natale 2010!

Panettone

Sempre di corsa....sempre con la testa occupata da mille pensieri ma...non potevo mancare oggi per augurarvi di trascorrere un felice e goloso Natale con i vostri cari!! Grazie, perchè il vostro sostegno e il vostro affetto sono davvero un regalo prezioso, che scarto e ammiro post dopo post ogni giorno dell'anno.

Merry Christmas!!!!

Un sorriso addobbato,
D.

giovedì 16 dicembre 2010

Torta alla Banana & Caramello Salato: Tutto o Nulla

Banana Cake with Salted Caramel Sauce

Sì perchè le reazioni di chi ha provato questo cake sono state di amore o di odio al primo boccone senza vie di mezzo...proprio come la legge del Tutto o Nulla sulla generazione dell'impulso nervoso! Lo so, sono un'inguaribile biologa ma è davvero la prima cosa a cui ho pensato nel prendere atto dei commenti a questo dolce. A frugare bene nella mia testolina, avrei potuto trovare un paragone più poetico ma che ci volete fare se trovo romantico il nostro sistema nervoso???!!!

A mio avviso, questa torta è un' alternativa molto golosa ai soliti muffin alla banana o al banana bread per far fuori le banane troppo mature. Ho trovato la ricetta sul libro dei panettieri australiani Allam & McGuinness e l'ho seguita pari pari a parte il caramello che ho voluto fare salato per spegnere ed alleggerire un pochino la nota dolce della banana.

BANANA CAKE con SALSA al CARAMELLO SALATO
Per uno stampo da 28 cm

Per la torta alla banana
300g Farina autolievitante (o farina normale più mezza bustina di lievito, circa 8g)
250g Burro morbdo
300g Zucchero (*)
4 Uova medie
200g Panna acida (facoltativo)
1 Baccello di vaniglia
20g Sciroppo d'acero
2-3 Banane mature

Accendere il forno a 200°C. In una ciotola capiente montare con le fruste elettriche (o nell planetaria) il burro morbido insieme allo zucchero e ai semini di vaniglia fino ad ottenere un composto bianco e soffice. Aggiungere un uovo alla volta facendo attenzione a incorporarlo bene all'impasto. Aggiungere la panna acida in due volte e infine la farina setacciata. In un'altra ciotola tagliare a pezzettoni le banane e schiacciarli con una forchetta ottenendo una purea grossolana e se lo si usa, aggiungere lo sciroppo d'acero. Aggiungere le banane all'impasto, mescolare bene e versare nello stampo imburrato ed infarinato. Infornare e immediatamente abbassare la temperatura a 180°C. Cuocere per 55'-65' (prova stecchino). Sfornare e lasciare intiepidire su una gratella.

(*) La ricetta originale ne prevede 355g , decisamente troppi. Io ho diminuito di 50g, ma 250g sono più che sufficienti.

Per la salsa al caramello
300g Zucchero
100ml Acqua
30ml glucosio liquido (facoltativo)
200ml Panna fresca
80g Burro salato (non salato per la versione normale)

In un pentolino dai bordi alti mettere lo zucchero, l'acqua e il glucosio liquido (se lo si usa), mescolare delicatamente con un cucchiaio. Mettere sul fuoco e senza mescolare ulteriormente cuocere fino a quando lo zucchero ha preso un color caramello non troppo scuro. Nel frattempo scaldare su fuoco basso la panna portandola quasi all'ebollizione (ma non deve bollire nè fremere). Quando il caramello è pronto, allontanare dal fuoco e aggiungere un po' alla volta la panna (attenzione che il composto inizierà a bollire ferocemente) e rimettere sul fuoco fino a quando si ottiene una salsa liscia ed omogenea. Spegnere, lasciare raffreddare qualche minuto ed aggiungere il burro.

Per servire
Sformare la torta che deve essere ancora tiepida su un piatto o un'alzatina e con uno stecchino fare un po' di buchi sulla superficie. Versare il caramello e stenderlo con una spatola. Il massimo sarebbe accompagnare la torta con una pallina di gelato allo yogurt oppure con della panna acida. Mi raccomando, in questo caso si devono tagliare delle fette piccine, perchè il troppo stroppia!

Si potrebbe anche servire la torta con il caramello a parte così ognuno fa da sè. Se il caramello indurisce basta passarlo per un minuto al microonde o riscaldarlo su fuoco bassissimo. Un'alternativa al caramello può essere senza dubbio una salsa al cioccolato fondente. Si può anche preparare semplicemente la torta e gustarla da sola con una buona tazzà di the o caffè.

Un sorriso Sweet&Sour,
D.

venerdì 3 dicembre 2010

Tartellette ai Cachi & Croccante di Noci: Come la Fenice

Tartellette with Persimmon Jelly & Walnut Brittle

Altro esempio di amore a prima vista...o meglio, mi sono innamorata prima delle piastrelline bianche e blu usate per lo styling della foto e poi, solo dopo averla provata, della ricetta che arriva dritta dritta dal libro Dolci E Fiori, per ogni stagione dell'anno.

Sabato sera vado da mia mamma che mi dice "la fai la torta per la gara di S.Martino, vero?"...io casco dalle nuvole come succede ormai sempre più spesso e rispondo: "No, a dire il vero non ho pensato a nulla e non è che abbia tutta questa voglia"; seguono 15 minuti di opera di convincimento da parte dei presenti: madre, fidanzato e cugina. Riescono nel loro intento ma sorgono due problemi non da poco: non so quale torta fare e anche sapendolo non saprei dove andare a recuperare gli ingredienti che mi servono. Pensa che ti ripensa, taglio la testa al toro con un "userò quello che ho in casa". Frugo in dispensa e negli armadi della cucina e trovo tutto, solo però in tanti pacchettini aperti semi vuoti (o mezzi pieni) che così non servono a nulla. Salto fuori con "faccio lo strudel e chi si è visto si è visto", P. che ha deciso di remare contro ribatte "ma no lo strudel no, è buono ma non è mica bello"....inizio a contare, lui prosegue "ma perchè non usi qualcosa del nostro giardino?...abbiamo le noci, le nocciole, i cachi e i fichi nel vasetto..è meglio che li usi perchè onestamente non è che abbiano proprio una bella faccia"...sono oltre il 100, sorvolo sul commento a proposito dei miei fichi invasati (che per altro hanno una faccia splendida, tiè!) e torno indietro a "noci, nocciole, cachi".....elimino le nocciole e rimangono noci e cachi....noci e cachi...."ma dov'è che ho vist.....ma sì, la ricetta delle piastrelline bianche e blu!". Prendo il libro, faccio la frolla usando tutto il burro che ho e vado a dormire serena. Domenica mattina, sveglia presto perchè la gelatina di cachi deve solidificare. Siccome è una gara di torte, decido di fare la versione "tarte" e cuocio un guscio e 3 guscetti per le tartellette. A questo punto i miei ricordi si fanno confusi....non so nè il perchè nè il per come io sia riuscita a far fare un salto carpiato a 'sto benedetto guscio che ovviamente si spiaccica sul pavimento e istantaneamemnte diventa un crumble. Impreco mentre raccolgo i pezzi anche perchè è domenica, i negozi son chiusi e non ho più burro. Proprio quando stavo per farmene una ragione, "'sta torta non s'ha da fare, punto" mi illumina l'idea, forse troppo all'avanguardia per il paesello in cui vivo, di una tarte destrutturata facendo così risorgere il mio dolce dalle proprie ceneri, come la fenice. E' con un bel vassoio di ceramica bianca con le tartellette supersisti e i bicchierini a formare una composizione molto zen che mi presento puntuale alla gara.

TARTELLETTE di CACHI & CROCCANTE di NOCI
Per 6 persone

Per la frolla:
250g Farina 00
150g Burro morbido
60g Zucchero
75g Noci tritate finemente
2 tuorli
2 Tbsp acqua
1 Pizzico di sale

Preparare le frolla e farla riposare in frigorifero per 1 ora. Stenderla ad uno spessore di 3-4mm e rivestire 6 stampi per tartellette. Cuocere in forno a 160°C per 20-25'.

Per la gelatina di cachi:
500g Cachi maturi
20g Zucchero
7g Gelatina in fogli
Succo di mezzo limone

Ammollare la gelatina in acqua fredda. Pelare i cachi e frullarli con il limone e lo zucchero. Sgocciolare la gelatina e farla sciogliere in un pentolino a fuoco dolce con uno o due cucchiai del frullato. Una volta sciolta aggiungerla al resto mescolando bene. Distribuirla nelle tartellette e lasciare riposare in un luogo fresco fino al completo rassodamento.

Per il croccante:
75g Noci tritate grossolanamente
150g Zucchero
4 Tbsp Acqua

Sciogliere lo zucchero in un tegamino con i 4 cucchiai di acqua senza mescolare. Quando il caramello è diventato biondo aggiungere le noci poco alla volta in modo che lo zucchero non si raffreddi e quindi cristallizzi. Stendere il croccante su un foglio di carta da forno e lasciare raffreddare.

Subito prima di servire spezzettare il croccante e decorare le tartellette (o i bicchierini). Questa operazione deve essere fatta al momento altrimenti il croccante si inumidisce.

Tartellette In a Glass

Senza dubbio le tartellette e i bicchierini (che sono stati una piacevole sorpresa) sono la forma migliore per gustare questo dolce perchè le varie consistenze rimangono più equilibrate. Ho provato (come vedete nella prima foto) a fare una piccola tarte ma l'assaggio della fetta non mi ha dato la stessa soddisfazione.
Ed ecco il mio cachi che regala un allegro tocco di colore al giardino imbiancato dalla neve.

Persimmon Tree

Un sorriso arancione e buon week end,
D.

martedì 30 novembre 2010

Pasta Frolla: bigliette di ceramica vendesi

Pasta Frolla

Devo ammettere che ho avuto il dubbio se pubblicare o meno questo post che dal titolo può sembrare scontato e banale. Sulla carta infatti la pasta frolla è una delle ricette più semplici e facili, davvero a prova di dummies..
Beh, per me invece è stata per anni un incubo perchè ogni volta, sia che lavorassi a mano (le mie sono sempre molto calde!!) che con il robot, la bruciavo e in cottura lasciava tutto il burro. Qualche anno fa, dopo essere approdata in England, in uno dei miei soliti giretti per negozi di caccavelle, mi trovo in mano uno strano aggeggio, chiamato dough blender, che mi spiegano essere molto utile per intridere burro e farina nella preparazione delle varie pastry; ovviamente lo compro e da quel giorno i miei problemi con la frolla sembrano essere risolti e io torno a dormire sonni tranquilli. A questo punto non ci sarebbe più nulla da dire visto che crostate e biscotti ora mi vengono come si deve, e invece no, qualcosina in più da condividere c'è ed è questo il motivo per il quale mi sono decisa a scrivere questo post; come vi ho accennato, qualche giorno fa ho frequentato un corsino di pasticceria dal mio amico pasticcere e sebbene il taglio fosse base, sono tornata a casa soddisfatta perchè ho avuto modo di capire e migliorare.
Ma veniamo alla pasta frolla....molti di voi forse sapranno già tutto ma alcuni dettagli per me (e soprattutto "vedere e toccare" la loro messa in pratica) sono state delle vere e proprie rivelazioni.

Metto la ricetta che mi è stata data al corso, ma quello che è importante è il metodo perchè la cosa fondamentale per la riuscita di un'ottima frolla friabile è evitare la formazione del glutine che avviene quando la farina entra in contatto con dei liquidi.

PASTA FROLLA

1kg Farina 00
600g Burro a temperatura ambiente
400g Zucchero a velo (o zefiro)
160g Tuorli
0.5 g Vaniglia (semini)
1g Scorza di limone grattata
2g Sale

- Metodo 1, detto anche sablèe (= sabbiare): mettere nella ciotola dell'impastatrice ( o del robot) la farina con il burro, il sale, la socrza del limone e la vaniglia. Azionare la macchina e fare girare fino a sabbiare completamente il composto (termine che indica un composto granuloso di burro e farina). Aggiungere qiundi lo zucchero a velo e subito dopo i tuorli. Non appena l'impasto si è formato l'impasto spegnere e rovesciarlo sul piano di lavoro leggermente spolverizzato di farina. Formare un panetto regolare, avvolgerlo nella pellicola e riporre in frigorifero per almeno 30 minuti prima dell'utilizzo.

- Metodo 2, classico: mettere nella ciotola dell'impastatrice (o del robot) il burro e lo zucchero e montare fino a quando il composto è soffice. Aggiungere i tuori e quando sono assorbiti la farina e lasciare girare fino alla formazione dell'impasto. Rovesciare sul piano di lavoro infarinato, avvolgere il panetto nella pellicola e riporre in frigorifero per almeno 30 minuti.

Entrambi i metodi garantiscono che non si formi glutine e che quindi la frolla in cottura non si muova. Con il primo metodo ogni granello di farina viene isolato dai liquidi (tuorli) grazie alla sabbiatura con il burro (se questo fosse freddo di frigorifero, la sabbiatura non sarebbe altrettanto efficiente), nel secondo non si da tempo alla farina, che viene aggiunta in ultimo, di formare il glutine.

- Stesura: Quando l'impasto è fatto bene, si presenta bello lisco ed "elastico", nel senso che si stende facilmente con il mattarello (quindi non c'è bisogno di usare molta farina sul piano di lavoro, ma giusto una spolverata) e non si spezza anche quando lo si mette nello stampo che NON DEVE ESSERE NE' IMBURRATO NE' INFARINATO perchè non ce ne è bisogno. La frolla dopo la cottura si staccherà perfettamente. Gli stampi (in alluminio) non dovrebbero nemmeno essere lavati, al massimo passati con uno straccio o uno scottex.

- Cottura: La frolla deve cuocere dolcemente; quindi forno a 160°C per 20-25'. Se la cottura deve essere in bianco, NON VI E' ALCUN BISOGNO DI USARE PESI (carta da forno e faglioli o bigliette di ceramica) perchè non si alzerà. Anche perchè quanti kg di fagioli o bigliette dovrebbe avere in giro un pasticcere nel suo laboratorio?

Quest'ultimo punto era quello che più mi ha lasciata perplessa....ma dopo aver cotto un tot di gusci di crostate e tartellette in bianco, mi sono ricreduta ed ecco perchè metto in vendita le mie bigliette!!!

Pasta Frolla

Questo guscio, l'ho cotto in bianco senza pesi non infarinando nè imburrando lo stampo ed è venuto perfetto, provare per credere!

Un sorriso eureka,
D.

EDIT del 1.12.2010:
I due metodi in realtà non sono intercambiabili ma si distinguono per il risultato finale che si vuole ottenere. Con il metodo sablèe si ottiene una frolla più friabile mentre con il metodo classico una frolla più compatta adatta a tart e tartellette e che può essere tirata anche molto molto sottile senza correre il rischio che si sbricioli una volta riempita.

EDIT del 2.12.2010:
Ho ricevuto una mail in cui mi è stato fatto notare che di questo argomento se ne è parlato qualche giorno fa anche sul forum de "La Cucina Italiana" al quale ho partecipato per anni e che non frequento da un po'. Io non ho voluto rubare nulla o predermi meriti non miei; fra i vari interventi poi c'è quello di Simonetta Rivolti che ha condiviso la ricetta da lei imparata durante un corso ed è praticamente uguale a quella che ho dato io qui e che ho trascritto pari pari dalla dispensina che ci ha dato il pasticcere al corso. Visto che la cosa può suscitare dubbi (solo in chi vede nero e marcio ovunque, che quasi mai si apre ad un confronto adulto e trasparente e che si limita a pettegolezzi, malevolenze e secchiate di veleno dietro le spalle) ma non vedendo la necessità di giustificarmi perchè assolutamente in buona fede, aggiungo il link e lascio libero ognuno di farsi un'opinione e di trarre le proprie conclusioni sulla base di quello che si è avuto modo di conoscere di me, del mio modo di essere e di condividere le fonti di quanto propongo se non è frutto della farina del mio sacco. Eccolo:
http://www.lacucinaitaliana.it/community/forums/t/26248.aspx?PageIndex=1

Questo non voleva essere un post tecnico ma solo un modo per condividere la sorpresa nello scoprire che alcune cose che pensavo fossero importanti e fondamentali in realtà non lo sono. Non ho avuto la pretesa di insegnare nulla o di essere detentrice della verità assoluta; sono del tutto consapevole che esistono diversi tipi di frolla, diversi metodi e diverse scuole di pensiero. Alex, sta sperimentando alla grande in un laboratorio di pasticceria e sta raccogliendo informazioni, ricette e tecniche per farne un post che sarà assolutamente molto più utile, professionale e completo.

lunedì 22 novembre 2010

Pavlova: 34 candeline più 2!

Pavlova
Altro giro di boa.....e due candeline in più da spegnere, una per me e una per questo mio bloggino piccino picciò!
Quando penso al mio compleanno è automatico pensare alla Torta di Pane che in assoluto è la mia torta preferita e che in questa occasione prepara sempre la mia mum; quest'anno, dato il periodo un po' così, avevo bisogno di un tocco colorato e di dolcezza in più ed ero determinata a spendere i miei 40 eurini di buono (frutto del sencodo posto ad una gara di torte...ma questa è un'altra storia!) dal mio amico pasticcere e regalarmi così un bel vassoio di pasticcini allegri e golosi. All'ultimo minuto però ho cambiato idea ad ho deciso di preparare questa torta dal guscio croccante e dal cuore soffice per ricordarmi che la grinta, la gioia e la forza devo trovarle in me e non fuori...insomma che io devo essere il sole nel mio cielo. E alla faccia di questo novembre piovoso e grigio ho spento le mie 34 candeline su una nuvola di fresca, colorata e goduriosissima bontà!!

PAVLOVA
(Per 10-12 persone)
300g Albumi (preferibilmente di 1-2 giorni e tenuti a temperatura ambiente per qualche ora)
600g Zucchero (a velo, zefiro o metà a velo e metà zefiro)
6 Tbsp Maizena
4 Tsp Aceto Bianco
400ml Panna fresca
Frutta per decorare

Montare a bassa velocità (*) gli albumi a neve ferma e successivamente aggiungere lo zucchero uno o due cucchiai alla volta, sempre mantenendo la velocità bassa. Quando lo zucchero è stato incorporato tutto e la meringa si presenta soffice e lucina aggiungere la maizena e l'aceto binaco e amalgamare bene ma delicatamente con una frusta. Disegnare su un pezzo di carta da forno un cerchio di 26-28 cm di diametro e appoggiarlo su una placca. Stendere la meringa nel cerchio ed infornare a 120°C per 1 ora. Spegnere, aprire leggermente lo sportello e lasciare nel forno fino a completo raffreddamento. Montare la panna ben soda (io metto la bacinella e le fruste in freezer per 30 minuti e monto a bassa velocità così non smonta!), stenderla sulla superficie della meringa e decorare con frutta a piacere.

La meringa pavlova deve risultare croccante fuori e soffice ed asciutta dentro...non preoccupatevi se si sono formate delle crepe, sono proprio il suo bello! Non può essere preparata con largo anticipo perchè la meringa altrimenti non si mantiene croccante, comunque regge bene 2-3 ore.
(*) Il mio amico pasticcere mi ha insegnato che per ottenere meringhe super bisogna tenere presente che l'albume "prima si monta e prima smonta" e quindi si deve montare con pazienza a bassa velocità e per lungo tempo. In questo modo l'albume incamera l'aria sotto forma di piccole bolle che lo rendono molto stabile. Inoltre mi ha consigliato di unire tutto lo zucchero lavorando con le fruste elettriche per ottenere delle merighe dal cuore morbido oppure di unire metà zucchero con le fruste elettriche e metà con una frusta o meglio, con le mani, per avere delle meringhe belle secche ed asciutte.
Un sorriso che vuole splendere,
D.
PS. Last but not least....GRAZIE a tutti voi per il vostro bene e per rendere questo bloggino piccino picciò una bella parte di me!

giovedì 18 novembre 2010

Torta di Noci con Crema al Caffè

Walnut Cake with Coffee Butter Cream
Orpo, è quasi tempo di spegnere nuove candeline e mi sono dimenticata di farvi vedere la torta che ho preparato per le candeline del mioP., che testa! Gli anni scorsi (ehm, non poi tantissimi, 3!) ho sempre preparato o lo Strudel o la Sacher che sono i suoi dolci preferiti. Quest'anno ho deciso di cambiare e di essere un po' "avventurosa" preparando una dolcino fatto almeno con un ingrediente di produzione propria, o meglio, del nostro giardino; e la scelta è caduta sulle noci visto che è da tempo immemore che con esse non preparavo una torta anzi, forse non ne ho mai fatta una. Come ho deciso per le noci, l'abbinamento con il caffè è arrivato spontaneamente, come se non potesse essere altrimenti...noci e caffè....un po' come noi....D. e P., perchè non potrebbe essere altrimenti.
TORTA con NOCI & CREMA al CAFFE'
Per una tortiera da 22 cm (per 6-8 persone)
Per la torta
180g Farina 00
150g Burro morbido
150 g Zucchero
80-100g Noci tritate
50g Miele
8g Lievito in polvere (1/2 bustina)
4 Uova
Accendere il forno a 180°C, imburrare ed infarinare la tortiera. In una ciotola capiente lavorare il burro, lo zucchero e il miele fino a quando bello gonfio e soffice. Unire una alla volta le uova e mescolare bene. Incorporare quindi la farina setacciata con il lievito e le noci. Versare l'impasto nella tortiera e cuocere in forno per 30'. Sfornare, lasciare intiepidire qualche minuto e poi sformarla e farla raffreddare completamente su una gratella.

Per la crema al caffè (è una "pàte à bombe")
150g Burro morbido
2 Tuorli
60g Zucchero
60ml Acqua
20-24g Caffè solubile (avevo a disposizione le bustine monodose e ne ho utilizzata 1 e 1/2)
Lavorare il burro fino ad ottenere una crema soffice. Versare lo zucchero e l'acqua in un pentolino e preparare uno sciroppo portando la temperatura a 115°C. Nel frattempo in una ciotola separata montare alla massima velocità i tuorli con il caffè fino a quando sono bianchi e spumosi. Portare a media velocità ed aggiungere lo sciroppo a filo continuando a lavorare, al termine portare nuovamente alla massima velocità e continuare a montare fino ad ottenere una crema sostanziosa. Trasferire i tuorli montati  nella ciotola della crema al burro ed amalgamare bene.
Per l'assemblaggio
Rum o Marsala secco (facoltativo)
50g Cioccolato fondente
30g Panna fresca
25 g Noci
Noci intere

Se la torta dovesse aver formato una calotta in cottura, tagliaterla per pareggiare le superficie. Tagliare la torta a metà e se lo si desidera, spennellare le due metà con un po' di rum o marsala. Farcire con metà della crema al caffè, sovrapporre l'altra parte di torta e spalmare con la crema rimasta la superficie e i lati della torta. In un pentolino a fuoco dolce fate sciogliere il cioccolato con la panna. Lasciate intiepidire e nel frattempo tritate qualche pezzo di torta recuperato dalla calotta con i 25g di noci fino ad ottenere delle briciole con le quali decorare i lati della torta. Quando la ganache è tiepida (ma ancora fluida), versarla al centro della torta e con una spatola ricoprire la superficie. Decorare con le noci intere e una spolveratina di briciole.
Un sorriso buono buonissimo,
D.
PS. Io non sono un'amante della crema al burro....quella che ho fatto è molto delicata però la prossima volta voglio sostituirla con una crema al formaggio fresco (ricotta e/o mascarpone).

lunedì 15 novembre 2010

Fasule & Scarole

Fasule & Scarole

....Fagioli & Scarola...
Questa zuppa è uno dei cavalli di battaglia autunnali del mio papà grazie al quale il mio sangue è arricchito per un buon 25% dal rosso "Avellino". L'indivia scarola, infatti è una delle verdure cotte che si ritrovano più frequentemente nella cucina avellinese e campana in genere. In questo periodo ne faccio grandi scorpacciate perchè nella versione veloce si prepara in un attimo e anche a P., campano verace, piace molto; consumata con un giro di olio extravergine e una fetta di pane casereccio tostato è davvero uno dei nostri piatti "coccola" preferiti di questa stagione.

FASULE & SCAROLE
Per 4 persone

1Kg Indivia scarola
250g Fagioli cannellini secchi
1 Cipolla media
1 Spicchio d'aglio grosso
150g Pomodori pelati
50g Guanciale
4 Fette di pane casereccio
Sale
Peperoncino
Olio extra vergine

Mettere a bagno di fagioli in abbondante acqua per 12 ore, scolarli, sciacquarli e lesserli al dente. Pulire la scarola e cuocerla in acqua bollente, togliendola a metà cottura. In un tegame a bordi alti (tipo tegame di coccio) o in una pentola mettere un giro abbondante di olio e fare appassire la cipolla tagliata a fettine, l'aglio e il guanciale a cubetti piccoli. Unire i pelati spezzettati, i fagioli lessati e scolati, e alla fine la scarola. Aggiustare di sale e aggiungere il peperoncino (secco o in polvere) a piacere. Allungare il tutto con 2-3 mestoli del liquido di cottura dei fagioli. Cuocere a fuoco lento per 30-35'.

Questa è la versione lunga perchè si deve prevedere l'ammollo dei fagioli. Nella versione veloce si usano i cannellini in scatola (mi raccomando, quelli cotti al naturale), circa 400-450g e al posto del liquido di cottura dei fagioli, il brodo vegetale (anche fatto con il dado).

Country Sourdough Bread

Un sorriso semplice,
D.

lunedì 8 novembre 2010

Pan Dolce con Marzapane, Uvetta e Frutta Secca


Sweet Bread with Marzipan, Raisins and Nuts

Come sapete è un po' che panifico, focaccifico e pizzifico con Lazzaro, il mio lievito naturale, e devo dire che i risultati sono sempre molto buoni anzi, ultimamente non ne sbaglio una!! Se sul fronte salato mi ritengo più che soddisfatta, sul fronte dolce non posso dire altrettanto; ho accumulato una serie così lunga di flop che ad avere una testa normale avrei già dovuto battere in ritirata e sottoscrivere un trattato di pace con panettoni, pandori, croissants, brioche e chi più ne ha più ne metta. In realtà tengo la capa tosta e quindi la guerra è ancora aperta e a volte capita anche a me di vincere qualche battaglia, come con questo pan dolce su cui non nutrivo alcuna speranza di riuscita. E invece....è venuto soffice e buono come mai mi sarei aspettata.

PAN DOLCE con MARZAPANE, UVETTA & FRUTTA SECCA
Per uno stampo da plum cake da 30 cm

350g Farina forte (Rieper Gialla)
200g Lievitino (*)
50g Latte
80g Zucchero
2 Uova
1 Tuorlo
120g Burro morbido
6g Sale
80g Frutta secca (noci, nocciole, pinoli, mandorle)
60g Uvetta
40g Rum
100g Marzapane

In una ciotola capiente setacciare la farina ed unire il lievitino, il latte e lo zucchero. Mescolare con un cucchiaio di legno e poi incominciare ad impastare con le mani. Aggiungere un uovo alla volta e poi il tuorlo, facendo sempre assorbire prima dell'aggiunta successiva. Continuare ad impastare fino a quando l'impasto si presenta liscio ed elastico. Impastando a mano questa è la parte più difficoltosa perchè specialmente all'inizio l'impasto è appiccicoso. Se preferite potete anche adottare questo metodo: impastare per 1 minuto e lasciare riposare l'impasto per 10-15 minuti, così fino a quando si forma la maglia glutinica e l'impasto si struttura (praticamente non appiccica più alle mani nè alla ciotola). Trasferire l'impasto sulla spianatoia e spatolare su di essa 1/3 del burro morbido. Impastare passando l'impasto sul burro fino a quando questo non venga assorbito tutto. Fare la stessa cosa con il burro rimanente. Aggiungere il pizzico di sale con l'ultimo terzo di burro. Quando la pasta è liscia, morbida ed omogenea metterla a lievitare fino al raddoppio in una ciotola unta di burro.
Nel frattempo ammollare l'uvetta nel rum e sminuzzare grossolanamente la frutta secca. Al raddoppio, riprendere l'impasto e stenderlo sulla spianatoia in un quadrato di 30 cm; cospargerlo con l'uvetta sgocciolata, 60g di frutta secca e posare su un lato il marzapane modellato in un filoncino di 26cm. Partendo dal lato con il marzapane arrotolare il pan dolce e metterlo nello stampo infarinato. Lasciare lievitare fino a quando raggiunge il bordo dello stampo (o lo supera di poco), spennellarlo con latte e tuorlo, cospargere con il resto della frutta secca e 1 manciata di granella di zucchero. Cuocere in forno a 170°C per 35 minuti circa.
Sfornare, lasciare intiepidere per qualche minuto, sformarlo e lasciarlo raffreddare del tutto su una gratella.

(*) Per il lievitino: in una ciotola unire 75g lievito madre, 75g farina forte, 75g acqua e mescolare bene. Coprire con pellicola e lasciare maturare per 12-18 ore a temperatura ambiente.
Io ho impastato la mattina, ho lasciato lievitare in una ciotola nel forno spento (senza lucina accesa) fino a sera (l'impasto era più che raddoppiato), ho formato e messo a lievitare tutta la notte nel forno (sempre con lucina spenta).
Sweet Bread with Marzipan, Raisins and Nuts - Slice
L'unico neo è che l'uvetta e la frutta secca non si sono distribuite omogeamente nella pasta....questo perchè non ho asciugato bene l'uvetta dopo averla scolata. Si possono pensare molti ripieni diversi da quello che vi ho proposto (solo uvetta, gocce di cioccolato etc...) oppure lasciarlo semplice senza alcuna aggiunta se non quella di qualche aroma (vaniglia, mandorla, limone, cannella etc); in questo caso direi di aumetare la quantità di zucchero a 100g.
Un sorriso soffice,
D.
PS. Giusto per tenervi aggiornati sui flop...dopo questa botta di c..o e sentendomi ancora euforica ho voluto provare ad impastare i croissant con la semola di Roberto....ho provato metà semola e metà farina forte ma niente, è stata una disfatta: sapore ottimo ma un po' gnucchi e per niente sfogliati...quindi 1-1 e palla al centro!!
NOTE:
  • Per chi volesse usare il lievito di birra:
    indico le grammature degli ingredienti che variano, gli altri rimangono uguali così come il procedimento.
    400g Farina
    80-100g Latte
    15g Lievito di birra
    Ovviamente anche i tempi di lievitazione cambiano, calcolare circa 1h30'-2h sia per la prima che per la seconda lievitazione.
  • Prova di Virginia, La Spilucchina:
    L'ho fatto, in una versione più povera (con sola uvetta) ma l'ho fatto! Ed è strepitoso...
    Di seguito qualche annotazione:
    - non avevo voglia di fare il lievitino e avevo già un lievito sufficientemente arzillo per cui ho iniziato l'impasto direttamente da quello. Ho aggiunto di conseguenza 60g di latte in più;
    - facendolo di sola uvetta ho portato questa a 130g e ho aumentato di 15g anche lo zucchero;
    - ho messo 20g di burro in più perchè sono una zozzona e usando l'impastatrice non ho fatto il procedimento del burro spatolato ma l'ho semplicemente messo a lavorare a pezzetti (e rigorosamente a temperatura ambiente come il resto degli ingredienti);
    - per la cronaca ho fatto la prima lievitazione durante la notte (12 ore circa) e la seconda dal mattino al pomeriggio (6-7 ore).

venerdì 5 novembre 2010

Crostata di Castagne & Cioccolato

Chestnut & Chocolate Tart

A mio avviso la castagna è il frutto che meglio rappresenta l'autunno e mi piace molto andare nel bosco a cercarle. Mi ricordo che quando ero bambina io e mio fratello partivamo per i boschi vicino casa muniti di sacchettoni e passavamo ore e ore a raccoglierle e spesso, tornare era un'impresa non da poco perchè i sacchetti erano così colmi che sollevarli era una gran fatica...per non parlare poi delle volte (quasi sempre) che si rompevano i manici e allora dovevamo portarli in braccio cercando di non perdere le castagne lungo il cammino. Sì però quando vedevamo tutte le castagne distese nelle cassette per farle seccare era una grande soddisfazione!!! Una volta seccate le si congelava così com'erano e le si utilizzavano ogni qual volta ci veniva voglia di mangiarle. Spesso le castagne raccolte erano così tante che bastavano per le nostre abbondanti scorpacciate di mondelle (caldarroste) fino all'anno successivo e se per caso un anno era magro, era d'obbligo conservarne uno o due sacchetti per la tradizionale mondellata di ferragosto, quando prima del tramonto si accendeva un fuocherello in mezzo al prato e si chiudeva la giornata con le castagne arrosto e un bicchiere di buon vino. Ah che bei tempi!! Oggi, le nostre tradizioni si sono un po' modificate ma la passione per le castagne è rimasta immutata tanto che ogni tanto la domenica sera quando siamo dalla mia mamma tutti insieme ci scatta la voglia e portiamo a perdere il mio brother ripetendo, come se fosse un mantra, "Giamma ci fai le castagne?", fino a quando non si decide ad accontentarci e ad andare a prendere nel freezer uno dei nostri preziosi sacchetti di bontà autunnale.

CROSTATA di CASTAGNE & CIOCCOLATO
Per una tortiera da 30 cm

Per la pasta frolla:
400g Farina 00
150g Zucchero
200g Burro
50g Latte
2 Tuorli
1/2 Tsp Cannella in polvere
1 Pizzico di sale

Preparare la frolla con il metodo che siete soliti utilizzare e lasciarla riposare in frigo per mezz'oretta.

Per la farcia:
300g Castagne cotte e pelate
150g Zucchero
100g Cioccolato fondente
50-100g Noci tritate grossolanamente
100g Sciroppo d'acero
100g Panna fresca
200g Latte
50g Burro
1 Uovo

Mettere le castagne in una casseruola, coprirle con il latte e una volta raggiunto il bollore abbassare la fiamma, lasciare sobbollire fino a quando le castagne avranno assorbito tutto il liquido e romperle a pezzi grossi con una forchetta. Far fondere a bagnomaria in una ciotola capiente il cioccolato insieme al burro e lasciare raffreddare. Nel frattempo versare lo zucchero in una padella e farlo caramellare senza mescolarlo fino a quando raggiunge un colore bello ambrato quindi unire la panna e mescolare bene (attenzione che lo zucchero all'aggiunta della panna inizierà a bollire furiosamente!). Nella ciotola del cioccolato aggiunere le castagne e il caramello, lo sciroppo d'acero, le noci e l'uovo e mescolare bene.

Accendere il forno a 200°C, stendere la frolla ad uno spessore di 4-5mm e foderare con essa lo stampo. Versarvi il ripieno, decorare la superficie delle strisce (o altro a piacere) e cuocere per 25 minuti. Abbassare la temperatura a 180°C e cuocere per altri 30 minuti.

Cioccolato e castagne è una combinazione vincente, si sa...ma l'aggiunta della cannella (nella frolla) a mio avviso rende questa crostata ancor più buona!

Un sorriso buon week end,
D.

mercoledì 3 novembre 2010

Focaccia con Grano Arso & Pomodorini

Grano Arso Focaccia  & Cherry Tomatoes - Bite

Era un po' che non mettevo le mani in pasta lasciando dormire sonni tranquilli al mio Lazzaro (il lievito madre) e complice la necessità di dover fare ordine e soprattutto spazio nella zona della dispensa dedicata alle farine (sono in arrivo le farine Petra!!!) ho deciso di darmi da fare. Frugando in mezzo alla miriade di pacchetti aperti mi è capitato fra le mani quello della farina di grano arso e subito mi è venuta l'idea di fare una bella focaccia; ricordandomi poi che fra i commenti alla focaccia di Lydia molti suggerivano di condirla alla pugliese con pomodorini e origano, non ho avuto più dubbi ed ho tirato fuori i ferri del mestiere, ciotolone e spianatoia!!

FOCACCIA con FARINA di GRANO ARSO e POMODORINI
Per due teglie da 30cm

100g Farina di grano arso
500g Farina per pizza soffice (Molino Vigevano) (*)
50g Farina 0
300g Lievitino (lasciato maturare 24ore)
400-420g Acqua
18g Sale
Pomodorini
Origano
Olio extravergine di oliva

Per il lievitino:
Aggiungere a 100g di lievito madre, 100g di acqua e 100g di farina manitoba e mescolare bene. Coprire con pellicola e lasciare maturare per 24 ore.

Per l'impasto:
In una ciotola capiente mettere tutte le farine, aggiungere il lievitino e poi l'acqua. Mescolare con un cucchiaio di legno e inizia a formarsi una sorta di impasto grezzo, proseguire impastando a mano per una decina di minuti. Formare una palla e lasciarla riposare sulla spianatoia comperta per una ventina di minuti. Aggiungere il sale ed impastare nuovamente fino al suo completo assorbimento. Formare nuovamente una palla e lasciarla riposate sulla spianatoia per un'ora. Riprendere l'impasto stenderlo in un rettangolo e dare due giri di pieghe a tre (del primo tipo) e lasciare riposare coperto per un'altra ora. Spezzare l'impasto in due parti e metterle su due teglie unte di olio. Ungere bene la superficie e coprire con pellicola e lasciare lievitare a temperatura ambiente per 4-5 ore. Stendere l'impasto sulla teglia molto delicatamente per non rompere le bolle d'aria, coprire nuovamente con la pellicola e lasciare lievitare ancora per 4-5 ore (o fino a quando si sono formate tante bolle). Ungere la focaccia con 2-3 cucchiai di olio, affondare le dita (sempre delicatamente) per formare tanti buchi e mettere i pomodorini sulla superficie. Accendere il forno a 200°C e quando è pronto, spennellare la focaccia con un'emulsione di acqua e olio, cospargere con origano e sale grosso ed infornare. Cuocere fino a quando è bella dorata.

Grano Arso Focaccia with Cherry Tomatoes

La focaccia è venuta davvero strepitosa....bella morbida e croccantina e questo super risultato penso sia da attribuire alla farina (*) e al fatto che non sono stata tirchia con l'olio.
Inutile dire che le persone che hanno suggerito la combinazione grano arso-pomodorini avevano proprio ragione....

Un sorriso ardente,
D.

domenica 31 ottobre 2010

Happy Halloween

Halloween Cookies

E' la prima volta in 7 anni di England che mi trovo in Italy per la notte delle streghe....di solito facevo i biscotti per i bambini che suonavano al mio campanello per il consueto "Trick or Treat"...e non volendo essere da meno quest'anno ho pensato bene di usare delle formine comprate qualche tempo fa e mai usate per fare dei biscotti semplici semplici per i miei nipotini che si sono divertiti a pucciarli nel latte e cacao per merenda tanto quanto io mi sono divertita a farli!!

Making Cookies for Halloween

Un sorriso color zucca,
D.

giovedì 28 ottobre 2010

Gnocchi di Ricotta con Zucca, Porri & Amaretti

Ricotta Gnocchi with Leeks & Butternut Squash

Ah, gli gnocchi di ricotta....una gran bella scoperta! Questo piatto è nato così per far fuori della zucca, dei porri e della ricotta che da troppo tempo erano parcheggiati in frigo. Già perchè io ogni volta che vado al supermercato mi lascio prendere dal fuoco sacro della creazione culinaria e penso a (im)possibili ricette (chissa perchè sempre lunghissime e complicate che richiedono tremila pentole e padelle) da provare con tutto il ben di dio con cui sto riempiendo il carrello; ed insieme alle ricette immagino anche il set fotografico...e se mi manca lo sfondo, il piatto o il bicchiere necessario, compro anche quello! Ovviamente il fuoco sacro si spegne non appena sistemo in dispensa, in frigo o nell'angolo delle caccavelle (alla faccia dell'angolo!) il mio bottino e tutte le strabilianti ricette che fino a quel momento occupavano la mia testolina finiscono in fondo (ma proprio in fondo) al cassetto dei "proverò, cucinerò, farò" mentre il mio lato da SignoraLuisaCheArrivaPrestoFiniscePrestoENonPulisceIlWater prende prepotentemente il sopravvento e l'unico pensiero è "ma sarai mica matta a sporcare tutte quelle pentole??!!!"....

Per questi gnocchi ho sporcato una pentola e una padella.....ed hanno riscosso un gran successo....ad onor del vero, io (che non ho grande fiducia in me come cheffa, dolci a parte) sono rimasta dubbiosa fino al momento in cui P., "l'uomo Del Monte" di casa (perchè ogni casa ne ha uno!) li ha assaggiati e non solo ha detto "sì" ma anche "ce ne sono ancora?"

GNOCCHI di RICOTTA con ZUCCA, PORRI e AMARETTI
Per 2-3 persone

Per gli gnocchi di ricotta (li ho scoperti da lei)
125g Ricotta (non troppo acquosa)
80g Farina
2 Cucchiai Parmigiano
1 Uovo piccolo
Sale

Mescolare tutti gli ingredienti fino a formare un impasto abbastanza sodo e lasciare riposare mezz'ora in frigorifero. Dopo il riposo, procedere a fare gli gnocchi come per quelli di patate; su un piano infarinato formare dei cordoncini della grandezza di un dito e tagliarli a pezzetti di circa 2cm. Rigarli delicatamente con un forchetta (o un riga gnocchi) e disporli su un canovaccio infarinato.

Per il condimento
4 Porri
350g Zucca (già pulita e tagliata a dadi)
1 Caprino vaccino
2 Amaretti sbriciolati
Sale

Mondare i porri e tagliarli a rondelle. In una padella capiente mettere a scaldare abbondante olio extra vergine e quando caldo aggiungere i porri e la zucca. Cuocere a fuoco medio fino a quando le verdure sono morbide aggiungendo un paio di mestolini d'acqua e salando a metà cottura (se lo si desidera si può usare mezzo dado vegetale). Frullare con il minipimer il caprino, 2-3 cucchiai di verdura, e 1 cucchiaio di acqua calda per formare una cremina non troppo densa.

Portare a bollore l'acqua in una pentola e buttare gli gnocchi. Scolarli con la schiumarola man mano che vengono a galla. Condirli con la cremina di caprino ed il resto della verdura ed impiattare velocemente aggiungendo gli amaretti sbriciolati.

Per un risultato più elegante, si possono adagiare gli gnocchi conditi con la cremina su un letto di porri e zucca cotti e poi aggiungere gli amaretti.

Un sorriso buon appetito,
D.

lunedì 25 ottobre 2010

Torta Rustica con Nocciole & Pere


Hazelnut & Pear Country Cake
Questa torta bella rustica e nocciolosa è il tormentone di casa negli ultimi tempi....facile e buona, con pochi grassi e molto adatta alla colazione e alla pausa dolce pomeridiana. Può anche essere servita come dessert dopo un pranzo o una cena se accompagnata da una pallina di gelato alla vaniglia, da una crema leggera o da uno zabaglione, come avevo fatto qui.
TORTA RUSTICA con NOCCIOLE & PERE
Per una tortiera da 24 cm di diametro
300g Farina 00
200g Zucchero
100g Burro fuso (o pari volume di olio di mandorle, di nocciole o di riso, circa 80-90ml)
400g Pere (già pulite e tagliate a fettine)
200g Nocciole tostate (tritate grossolanamente)
3 Uova
1/2 Bustina di lievito per dolci (circa 8g)
Scorza grattugiata di un limone
1 Pizzico sale
Accendere il forno a 180°C. Montare molto bene le i tuorli (*) con lo zucchero e la buccia grattugiata del limone. Aggiungere le nocciole e le pere e mescolare. Aggiungere il burro fuso tiepido (o l'olio), il pizzico di sale e mescolare. Aggiungere all'impasto la farina setacciata con il lievito e da ultimo gli albumi montati a neve mescolando delicatamente dall'alto verso il basso. Versare l'impasto nella teglia imburrata e infatinata e cuocere per 35-40' (prova stecchino).
(*) Si possono anche montare le uova intere con lo zucchero e saltare così il passaggio con gli albumi...viene bene lo stesso!
Ovviamente uso le nocciole che ho raccolto a fine estate dalla pianta del mio giardino delle meraviglie....

Hazelnuts

Un sorriso fortunato,
D.

lunedì 18 ottobre 2010

Crostata con Confettura di Fichi, Noci e Limone ed un Fiocco Rosa

Fig, Walnut & Lemon Jam Tart
Ottobre....questo è il mese dedicato alla prevenzione del cancro alla mammella e oggi a blog unificati vogliamo ricordarlo. Anni fa la pubblicità di un dentifricio concludeva così..."perchè prevenire è meglio che curare"....e nel caso del cancro (non solo di quello al seno) non c'è verità più grande. Nonostante gli sforzi notevoli che i ricercatori di tutto il mondo stanno facendo si è, ahimè, ancora lontani dalla scoperta della cura per questa malattia terribile; ecco perchè la prevenzione risulta essere fondamentale e spesso determinante per la sua sconfitta. Il cancro non guarda in faccia a nessuno e non fa sconti...mia nonna ha perso, mio zio ha vinto ma c'è stato un momento in cui sembrava la battaglia fosse finita....io ho tutto stampato nella testa e nel cuore e affronto il carico della predisposizione e della familiarità con l'unica arma che ho: la prevenzione.
Per questo post tutto rosa ho deciso di fare una crostata con la marmellata perchè è un dolce semplice e facile....così come lo è richiedere e fare i test. Ricordiamocelo sempre....con questo semplice gesto possiamo salvarci la vita e non solo, abituiamoci a renderlo parte del nostro vivere e pensare quotidiano adottando abitudini sane a 360°, anche se si tratta di qualcosa di poco conto come spazzolarsi il sorriso!
CROSTATA con CONFETTURA di FICHI, NOCI e LIMONE
Per la pasta frolla
250g Farina 00
50g Farina Integrale
90g-100g Zucchero
150g Burro
1 Uovo (o 2 tuorli)
Scorza grattugiata di 1 limone
1 Pizzico di sale
250-300g Confettura
Fare la pasta frolla con il metodo che solitamente usate e lasciarla riposare in frigorifero per una mezz'oretta. Stenderla ad uno spessore di circa 3-4mm e foderare uno stampo da crostata di 24cm di diametro. Stendere la confettura e decorare con le strisce formando una griglia. Cuocere in forno caldo a 180°C per circa 30-35'. Lasciare raffreddare e sformare.
Un sorriso rosa,
D.
PS. La marmellata che ho utilizzato l'ho fatta con le mie manine e non è molto dolce anche perchè il limone le regala una piacevolissima nota fresca e agrumata. Se ne utilizzate una comprata magari è meglio ridurre la quantità di zucchero della frolla.

venerdì 8 ottobre 2010

Crostata con Confettura di Pesche Selvatiche, Amaretti e Mandorle

Wild Peach Jam Tart
Adoro le crostate perchè impazzisco per la pasta frolla e questa è forse la crostata più buona che abbia mai fatto....Vi ricordate questa? Ecco, ho voluto provare a farla in versione "tart" e per farlo mi sono "inventata" (credo di aver scoperto l'acqua calda!) una frolla fatta sostituendo parte della farina con una polvere di amaretti e mandorle. Devo dire che anche la confettura ha contribuito a dare una marcia in più a questo esperimento perchè è quella che ho fatto con le peschine selvatiche del mio giardino...piccole, bianche, succose e con un sapore caratterizzato da una nota amarognola finale che ben si sposa con la dolce croccantezza della frolla.
CROSTATA con CONFETTURA di PESCHE SELVATICHE, AMARETTI & MANDORLE
Per uno stampo da crostata di 24 cm
300g Pasta frolla agli amaretti e mandorle
250g Confettura di Pesche Selvatiche (*)
Per la pasta frolla:
200g Farina (per crostate e biscotti Molino Vigevano)
100g Polvere di Amaretti e Mandorle (io ho tritato finemente una manciata di amaretti e una abbondante di mandorle)
150g Burro
1 Uovo medio
60g Zucchero
1 Pizzico di sale
30g Mandorle in granella
Intridere burro, farina e polvere di amaretti e mandorle lavorando velocemente con le dita (o con una forchetta) fino ad ottenere delle piccole briciole, aggiungere lo zucchero, il pizzico di sale e le mandorle in granella e mescolare bene. Infine aggiungere l'uovo e impastare fino a quando si ottiene una palla, appiattirla a disco (così è più facile stenderla) e lasciarla riposare in frigorifero per 30'. Nel frattempo, riscaldare il forno a 190°C. Riprendere la pasta frolla, stenderla e forderare lo stampo da crostata, distribuire la confettura e decorare a piacere. Infornare fino a quando il bordo della crostata è bello dorato.
Io seguo sempre il consiglio della Spilucchina di appoggiare lo stampo sulla placca del forno calda in modo che il fondo si cuocia bene.
(*) La confettura può essere sostituita con altri tipi, che non siano troppo dolci però! Io vedrei bene anche una marmellata di arance amare.
Un sorriso fiorito,
D.

martedì 28 settembre 2010

Torta Amarena, Compleanni Settembre 2010

Sour Black Cherry Cake

Settembre a casa nostra è un mese di compleanni....a dire il vero si concentrano tutti nell'arco di pochi giorni: 11, mia cugina Serena, 13, mio fratello e 15, la mia mum! Quando eravamo piccini il giorno della loro festa di compleanno (di solito la domenica prima o quella dopo) era un appuntamento molto atteso perchè si organizzava sempre una grande pranzo sotto la magnolia e si godevano insieme gli ultimi momenti d'estate. Infatti quel giorno rappresentava in qualche modo anche la fine della stagione estiva in Roncaglia, dei banchetti a famiglie riunite e del dolce far niente. Io aspettavo quel giorno con trepidazione ma anche con un pizzico di malinconia perchè di lì a poco Tita e Lino con la Se e la Ve sarebbero rientrati a Genova e sarebbe iniziata la scuola, e uno di invidia perchè essendo nata a novembre non potevo mai godere di una festa all'aperto tutti insieme.
Negli anni questo appuntamento settembrino gioco forza si è un po' modificato perchè i bimbi son cresciuti e ognuno ha preso la propria strada però si cerca sempre di fare festa...non più sotto la magnolia ma sotto il gazebo...e io vivo questo giorno "da grande" perchè a me spetta il compito di preparare la torta di compleanno, senza maliconia perchè la scuola l'ho finita da mò e senza invidia perchè con gli anni ho capito che è meglio essere uno scorpione che una vergine!! :)

Per la torta di quest'anno ero a corto di idee e mi ha anche sfiorato il pensiero di non prepararla...ma poi che compleanno sarebbe stato senza torta per le candeline??!! Così al'alba della sera prima della festa mi sono messa a frugare in dispensa e fra i vari vasetti di conserve e marmellate ho trovato quello delle amarene sciroppate Fabbri (che ho comprato giusto appunto per il vasetto) e senza pensarci troppo mi son messa al lavoro...neanche a farlo apposta questa torta è una delle più buone che io abbia mai fatto!

Si tratta di un pan di spagna al cacao bagnato con una bagna alcolica all'amarena, farcito con crema chantilly ed amarene sciroppate e decorato con granella di nocciole.

TORTA AMARENA
Per uno stampo da 28cm

Per il Pan di Spagna
6 Uova grandi (non fredde)
240gr Zucchero
240gr Farina meno 3 tbsp (consiglio quella per Dolci Soffici Molino Vigevano)
1/2 Stecca di vaniglia (semini)
3 Tbsp Cacao amaro

Con le fruste elettriche sbattere le uova per qualche secondo per romperle e aggiungere lo zucchero e i semini di vaniglia; in questo modo si evita la formazione di fastidiosi grumi. Sbattere a lungo (15') le uova con lo zucchero fino a quando il composto e' bello bianco e soffice; in gergo si dice fino a quando "scrive", cioe' quando facendo cadere un po' di composto questo non affonda subito ma ne rimane la traccia per qualche secondo. Setacciare la farina insieme al cacao amaro e aggiungere 4-5 cucchiai alla volta alle uova/zucchero. Mescolare delicatamente dall'alto verso il basso con una frusta. Quando la farina e' stata incorporata tutta, versare il composto nella tortiera e cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 45-50', evitando di aprire il forno per i primi 25-30'. Prova stecchino, sfornare e lasciare raffreddare completamente su una gratella. E' bene preparare il pan di spagna il giorno prima.

Per la Crema Pasticcera
1L Latte
4 Uova (*)
180g Zucchero
60g Farina
20g Maizena
1 Stecca di vaniglia

In una ciotola sbattere le uova per romperle e poi aggiungere lo zucchero. Montare fino a quando il composto inizia a diventare bianco e soffice. Nel frattempo portare ad ebollizione il latte con la vaniglia. Spegnere e filtrare. Incorporare alle uova/zucchero, la farina e la maizena setacciate e mescolare con la frusta. Aggiungere il latte, un po' alla volta, rimettere tutto sul fuoco e dal bollore cuocere 3-5' in modo da avere una crema soda.

(*) Quando voglio fare una crema pasticcera soda uso le uova intere e non solo i tuorli. Le mie proporzioni sono per 500ml latte, 2 uova intere o 4 tuorli, 90-100gr zucchero e 50g farina (o farina e maizena).

Per la Crema Chantilly
Crema pasticcera
Panna fresca montata

Montare la panna ben soda e aggiungerla con una frusta e delicatamente alla crema pasticcera fino a quando si raggiunge la consistenza desiderata. Per la crema pasticcera preparata ho usato 500ml di panna.

Per la Bagna all'Amarena
Sciroppo delle Amarene Sciroppate
Liquore all'amarena Ginja (**)

Allo sciroppo delle amarene aggiungere il liquore secondo il vostro gusto. Per avere una bagna non alcolica, usare lo sciroppo così come è, oppure, se sembra troppo dolce, diluirlo con acqua.

(**) E' un liquore porteghese molto buono che potete sostituire con un altro liquore alle amarene (tipo kirsch) o con del rum.

Sour Black Cherry Cake

Per l'Assemblaggio e la Decorazione
Pan di Spagna
Crema Chantilly
Bagna all'amarena
Amarene sciroppate
Granella di nocciole

Tagliare il pan di spagna in due strati e bagnare abbondantemente ogni strato con la bagna all'amarena. Farcire la base con 2/3 della crema chantilly e distribuire le amarene sciriroppate in uno strato uniforme ma non troppo fitto affondandole un pochino nello strato di crema. Coprire con il secondo strato di pan di spagna e distribuire sui lati e sulla superficie il resto della crema chantilly e decorare con la granella di nocciole.

Just before blowing the candles

Un sorriso con le candeline,
D.

mercoledì 22 settembre 2010

Gâteau Therese con Dedica

Gâteau Therese

Ho sempre definito il mio blog "scalchignato" perchè non riesco a dedicarmici come vorrei...il mio tempo è sempre tiranno e solo "un'idea su 1000 che ho...ce la fa" ad essere trasformata in azione; nonostante questo, ogni volta che mi affaccio a questa finestra vengo accolta benevolmente dai vostri commenti e soprattutto dall'affetto e simpatia che mi dimostrate qui o attraverso le vostre email. Proprio l'altro giorno ho ricevuto una bella email da Serena che mi ha chiesto se avessi la ricetta di questo gâteau di David Lebovitz; io conosco l'autore e ogni tanto seguo il suo blog, ma ahimè non ho nè un suo libro nè conoscevo questa ricetta. Incuriosita mi sono messa a cercare e...ed è stato amore a prima vista!

Questo cake semplicissimo e golosissimo lo dedico a Serena e a voi tutti...per dirvi GRAZIE per il vostro sostegno e per scusarmi anche un po' se non sempre (anzi diciamo quasi mai) riesco a venire a sbirciare nei vostri blog e a ricambiare il vostro affetto.

GÂTEAU THERESE
Per 8-10 persone

250g Cioccolato fondente (50-70%)
120g Burro
65g Zucchero
4 Uova grandi (io ho usato le medie)
2 Tbsp Farina (io ho usato la farine senza glutine)

Accendere il forno a 180°C ed imburrare uno stampo da plumcake lungo 23 cm. Far fondere a bagnomaria il cioccolato insieme al burro e lasciare intiepidire. Nel frattempo montare gli albumi a neve e quando questi sono semi montati aggiungere metà dello zucchero e continuare a montare fino a quando il composto è lucido e sodo. Aggiungere al cioccolato/burro il resto dello zucchero e mescolare. A questo punto aggiungere i tuorli e la farina setacciata ed amalgamate bene. Infine incorporare gli albumi montati a neve e mescolare delicatamente dal basso verso l'alto. Versare l'impasto nello stampo e cuocere per 35' o fino a quando la cupola che si forma è consistente al tatto. Sfornare e lasciare raffreddare.

E' normale che si formi un avvallamento al centro e delle crepe sulla superficie perchè il bello e il buono di questa torta è proprio questo: una crosticina fuori e un cuore morbido e scioglievole dentro....un po' come me!

Un sorriso Grazie, ma anche Thank you, Merci, Gracias, Danke...e chi più ne sa più ne metta,
D.

lunedì 20 settembre 2010

Crostata di Fichi

Fig Tart

Il mio giardino continua a produrre....e siamo alla volta dei fichi! Solo l'altro giorno ne ho raccolti 5 kg che sono finiti in marmellata, sotto spirito, meglio dire annegati nel brandy e in forno su questa semplicissima crostata la cui unica particolarità è quella di avere una base di frolla fatta con farina integrale e zucchero di canna scuro. Ho pensato a questo tipo di frolla per ottenere un risultato più rustico e per bilanciare la dolcezza del fico.

CROSTATA di FICHI
Per 8-10 persone

150g Farina 00
150g Farina integrale
100g Zucchero di canna scuro
150g Burro
1 uovo (o 2 tuorli)
1 pizzico di sale
6-7 Fichi grossi

Iniziare con il preparare la pasta frolla. In una ciotola (o nella ciotola del mixer) intridere il burro con la farina fino ad ottenere delle piccole briciole. Aggiungere lo zucchero e l'uovo e lavorare velocemente fino ad ottenere una palla. Appiattirla leggermente formano un disco (queso faciliterà la stesura). Avvolgerla nella pellicola e lasciarla riposare in frigorifero per almeno 30'. Accendere il forno a 180°C. Stenderla a 3-4 mm di spessore formando un disco da circa 30cm e appoggiarlo sulla placca rivestita di carta da forno. Evidenziare il bordo decorando con fiorellini (o altre forme) e disporre i fichi tagliati a fette non troppo spesse. Cuocere per una mezz'oretta o fino a quando il succo zuccherino rilasciato dai fichi sia ben caramellato. Sfornare e lasciare raffreddare.

Fig Tart

E' ottima servita leggermente tiepida con del gelato allo yogurt non zuccherato o della panna acida.

Un sorriso e buon lunedì,
D.

venerdì 17 settembre 2010

Biscotti allo Sciroppo d'Acero, Noci & Mandorle

Almond, Walnut & Maple Syrup Biscotti

Ovviamente non potevo rientrare dal Canada senza un'adeguata scorta di sciroppo d'acero! Ho sempre pensato che fosse una roba disgustosamente dolce che gli americani (e i canadesi) mettono sui pancakes...quanto mi sbagliavo!!
1) Non è disgustosamente dolce.....anzi ha un retrogusto leggermente "ligneo" molto piacevole.
2) Non viene usato solo sui pancakes ma in moltissime altre ricette e non solo dolci....e
3) Fa bene! Già perchè lo sciroppo d'acero, ricavato dal Sugar Maple (Acero dello Zucchero), è uno degli zuccheri migliori perchè ricco di sali minerali e vitamine, poco calorico ed è noto anche per le sue proprietà energizzanti e depurative. Infatti si può preparare un'ottima bevanda disintossicante sciogliendo in una bottiglia di acqua qualche cucchiaio di sciroppo e, a piacere, del limone.

Questi biscotti sono stati accolti favorevolmente dalla mia tribù anche se devo dire che quando li ho assaggiati appena tolti dal forno mi hanno lasciato perplessa, avendoli trovati amarognoli. In realtà già qualche ora dopo erano migliori e il giorno dopo ancora di più, profumati e deliziosi.

BISCOTTI allo SCIROPPO d'ACERO, NOCI & MANDORLE

250g Farina 00
100g Farina di mais fine (Fioretto)
1 Tsp Lievito in polvere
2 Uova intere
1 Tuorlo
1/2 Tsp Essenza di vaniglia
100g Noci (anche le noci pecan vanno bene)
1 Manciata abondante di mandorle con la buccia
125ml Sciroppo d'acero
Un pizzico di sale

Tritare molto grossolanamente le noci ed accendere il forno a 180°C. Setacciare le farine, il lievito e il sale in una ciotola. Lavorare le uova ed il tuorlo fino a quando il composto è schiumoso e soffice ed aggiungere la vaniglia. Incorporare la farina, le noci, le mandorle (intere) e lo sciroppo d'acero e mescolare fino a quando il composto è consistente. Se dovesse risultare un pochino umido aggiungere un cucchiaio o due di farina e mescolare ancora. Con le mani umide dividere l'impasto in due, formare due rotoli, appoggiarli su una placca da forno rivestita di carta forno ed appiattirli fino ad ottenere una larghezza di 2-3 dita. Cuocere in forno per 25-30' o fino a che sono dorati. Trasferire i rotoli su un tagliere e lasciarli raffreddare per una quindicina di minuti. Tagliarli a fette diagonali spesse 2-2,5 cm, disporli sulla placca e passarli nuovamente in forno per altri 15-20 minuti per biscottarli senza però farli scurire troppo.

Questi biscotti, a parte la forma, non hanno molto a che vedere con i cantucci. Sono biscotti rustici e croccanti, anch'essi però ben si adattano ad essere intinti in un vino liquoroso....ma anche nel caffè o caffelatte del mattino!

Un sorriso dolce ma non troppo,
D.

mercoledì 15 settembre 2010

Torta di Pesche con Amaretti & Savoiardi

Peach, Almond & Amaretti Cake

Ecco a voi il mio cavallo di battaglia estivo....lo so, avrei dovuto proporvelo un paio di mesetti fa e non quando la bella stagione (e soprattutto, la stagione delle pesche) volge al termine! Solo che questa è stata un'estate anomala e per me ad effetto ritardato, nel senso che me la sto godendo solo dalla fine di agosto. Al massimo, la tenete buona per l'anno venturo!

Questa è una torta facile da fare (a prova di dummies), dal risultato garantito e cosa più importante buonissima!!! La ricetta è apparsa sul numero di Luglio di Sale&Pepe del 2005 e da allora ogni estate la faccio e rifaccio molte spesso; ogni volta chi la provami chiede la ricetta...non avete idea di quante volte io abbia fotocopiato quella pagina!!
Ma bando alle ciance....

TORTA di PESCHE con AMARETTI & SAVOIARDI
Per 8 persone

800g Pesche gialle
200g Savoiardi morbidi sardi
150g Amaretti di Saronno
3 Uova
80-100g Zucchero (*)
100g Mandorle a lamelle

Accendere il forno a 180°C. Versare sulle pesche dell'acqua bollente e lasciarle riposare per un minuto. Sbucciarle, eliminare il nocciolo e tagliarle la polpa a pezzi medio-piccoli (io lo faccio direttamente nella ciotola che uso per preparare l'impasto così recupero anche il succo delle pesche). Sbriciolare gli amaretti e i savoiardi in pezzi grossi ed aggiungerli alle pesche. Aggiungere i tuorli e lo zucchero e mescolare. Montare a neve gli albumi fino a quando sono sodi e amalgamarli con delicatezza all'impasto. Versarlo in uno stampo tondo da 24-26cm di diametro foderato con carta da forno e cospargere abbondantemente con le mandorle a lamelle. Cuocere in forno per 45' (prova stecchino). Lasciare raffreddare prima di sformare la torta.

(*) La ricetta originale parla di 120g di zucchero; 100g per l'impasto e 20g da utilizzare per cospargere la teglia imburrata. Secondo me è troppo e io ne uso solo 80g, massimo 90g. Comunque non ne userei più di 100g.

E' ottima leggermente tiepida servita con del gelato alla yogurt non zuccherato oppure con della panna acida.

Un sorriso meglio tardi che mai,
D.

venerdì 10 settembre 2010

Gelatina di Mele & Menta Piperita

Apple & Peppermint Jelly

Dopo aver riempito il cestino è venuto il momento della tipica domanda esistenziale del dopo raccolta..."e ora che ci faccio con tutta questa frutta???".....e senza scomodare troppo la mia fantasia la mia risposta è stata: "semplice, marmellata!"....
Io non sono una fan della marmellata...ne mangio pochissima....non sono neanche una fan delle gelatine, ne mangio ancora meno...e allora perchè mi son presa la briga, visto che fra sbucciare e mondare la frutta e lavare e sterilizzare i vasetti, questo non è proprio un lavoro da poco??!! Perchè quello che mi piace assai è la sensazione che provo quando entro in dispensa e trovo una bella banda di vasetti di forme e dimensioni tutte differenti che parlano dei colori e dei profumi dell'estate...di sole e cielo azzurro. Non so come spiegarlo, è forse un sentimento ancestrale...ma "i miei vasetti" mi fanno sentire a casa, sicura e protetta.
Poi da quest'anno non sono più i miei ma i nostri.....ed è proprio bello da dire....i nostri vasetti....

Per questa ricetta ho preso spunto da libri diversi, uno su tutti è quello di Chistine Ferber, Mes Confitures, il mio preferito.

GELATINA di MELE & MENTA PIPERITA
1,5 Kg Mele ( io ho usato quelle del mio giardino, ma coniglio le Granny Smith)
1,5 L Acqua
500-750g Zucchero
Succo di 1 limone
1 Mazzetto di menta

Lavare le mele in acqua fredda e senza sbucciarle, dividerle a quarti privandole del torsolo. Metterle in una pentola, coprirle con l'acqua e portare ad ebollizione su un fuoco medio-alto. Abbassare e lasciare sobbollire per 30', o fino a quando le mele sono cotte. Con un mestolo e una forchetta schiacciare bene in modo da ottenere una purea ed aggiungere il mazzetto di menta lasciandolo in infusione per 15-30'. A questo punto raccogliere il succo, filtrando la frutta attraverso un colino a maglie fitte premento leggermente ma non troppo altrimenti la gelatina risulterà opaca. Se si volesse ottenere una gelatina bella trasparente, filtrare una seconda volta utilizzando il colino foderato con una garza.
Per preparare la gelatina unire in una pentola 500-750g di zucchero (la quantità dipende dal proprio gusto personale) per ogni litro di succo e il succo del limone. Portare ad ebollizione su un fuoco medio-alto e lasciare bollire per 10-15' minuti. Controllare il punto di solidificazione. Mettere alcune foglie di menta in ciascun vasetto (sterilizzato!) e quando la gelatina è pronta invasare e chiudere immediatamente ed attendere che si formi il sottovuoto.
Quando la gelatina è quasi solidificata, capovolgere un paio di volte in modo da distribuire le foglie di menta.

Apple & Peppermint Jelly

Io ho filtrato due volte, ma la prossima volta lo farò una volta sola.
Questa gelatina è davvero buona e la menta aiuta a spezzare la nota dolce. Può essere utilizzata anche per lucidare le crostate di frutta o di mele; in questo caso forse è bene lasciarla naturale senza l'aggiunta della menta oppure nulla vieta di aromatizzarla in un altro modo....

Un sorriso sotto vetro,
D.

mercoledì 1 settembre 2010

Piccoli Tesori

Uva fragola

Finalmente, di nuovo a casa....e il nostro giardino ha pensato bene di riempirsi di regali per darmi da fare! Uva, fichi, mele, pere e nocciole pronti per la raccolta....e kiwi da raccogliere quando i colori dell'estate lasceranno il posto a quelli invernali...

Little garden treasures

I Love My Garden!

Un abbraccio a tutti voi & un sorriso che va a riempire il cestino,
D.

sabato 24 luglio 2010

Saluti da Montréal

Montréal


Sono a Montréal ormai da poco più di una settimana e....non è stato amore a prima vista; i primi giorni vissuti in questa città mi hanno creato una strana sensazione di tensione che mi ha bloccato un po', facendomi pensare di non essere proprio fatta per essa. La principale causa di (in)sofferenza (e in qualche momento, frustrazione) è stata la lingua. Ho sempre pensato che Montréal (ed in generale il Québec) fosse bilingue e che si parlassero correntemente sia il francese che l'inglese; in realtà non è così, visto che il francese è la lingua ufficiale mentre l'inglese vien parlato da pochi e in certe zone più che in altre (per esempio, Downtown è una zona anglofona mentre Plateau Mont-Royal, dove vivo io mannaggia!!, è essenzialmente francofona).
Tanto per farvi capire che non sto esagerando vi riporto una chicca che ha del tragicomico...il primato del francese sull'inglese è sancito per legge, dal famoso Atto 101. I segnali pubblici sono scritti rigorosamente in francese (persino il cartello esagonale dello STOP che anche in Francia legge "STOP", qui legge "ARRÊT") ed è permesso affiancare la traduzione inglese solo però se si usano caratteri non più grandi della metà di quelli usati per la scritta in francese. Ma non è tutto, esiste una particolare squadra di vigili che se ne va in giro con un metro a nastro per accertarsi che negozi, ristoranti & co. applichino correttamente questa legge misurando, per esempio, che sulle porte POUSSEZ/TIREZ siano scritti più grande di PUSH/PULL. Ma fa ancora più ridere (o piangere) che questo sia l'unico posto al mondo in cui l'acronimo KFC della famosa catena Kentucky Fried Chicken sia stato trasformato in PFK, Poulet Frit Kentucky.....ma ditemi voi!!!!!!!!!

La buona nuova è che negli ultimi giorni, avendo avuto il tempo di curiosare di più per le vie di questa bizzarra città e fra le pagine della mia guida, ho iniziato a sentirmi più rilassata tanto che oggi, al rientro dal mio primo vero tour, posso dire che io e Montrèal stiamo davvero facendo amicizia!
Durante il mio vagabondare odierno ho fatto come dire....un salto in patria...ed ho scarpinato in lungo e in largo per Little Italy o Petite Italie che dir si voglia.

Sistemo le foto che ho fatto e poi vi racconto tutto!

Red Vespa

Un sourire vert, blanc et rouge,
D.

giovedì 1 luglio 2010

Gâteau con Cioccolato & Lamponi

Chocolate & Raspberry Cake

Eccomi qui con il risultato del raccolto dell'altro giorno! Cioccolato e lamponi, si sa, è sempre un'accoppiata vincente che non tradisce mai....come qui e qui. Questo tortino però si è aggiudicato un posto d'onore nella classifica gradimento della mia tribù. La ricchezza del cioccolato è meravigliosamente bilanciata della nota acidula dai lamponi e la leggera croccantezza della crosticina superficiale un'introduzione perfetta alla morbidezza scioglievole di questo cake. Io vi consiglio davvero di provarlo!!!

Chocolate & Raspberry Cake (Slice)

Questa ricetta l'ho presa pari pari da uno degli ultimi acquisti, Petit Larousse des Recettes du Verger, un libro stupendissimo che già Alex ha consigliato. Io sono uno scandalo con il francese....ma questo non mi ha fermata perchè questo libro offre un sacco di spunti per le ricette ed anche per le fotografie. Confesso di essermi comprata anche il fratello...Petit Larousse des Recettes du Potager...

GÂTEAU con CIOCCOLATO & LAMPONI
Per 6 persone

200g Cioccolato fondente
125g Burro salato
250g Lamponi
3 Uova
100g Farina
150g Zucchero
1 Tsp Succo di Limone

Accendere il forno a 180° C. Spezzare in cioccolato, tagliare a cubetti il burro e scioglierli in una ciotola posta su un bagno maria. Non mescolare. Ci vorranno circa 10 minuti. Nel frattempo lavare velocemente i lamponi ed imburrare ed infarinare uno stampo tondo per ciambella da 22 cm di diametro (io non l'avevo ed ho usato uno stampo per plum-cake da 21 cm). Separare i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve. Quando il cioccolato e il burro sono pronti, mescolarli e lasciar raffreddare per qualche minuto. Quando tiepido, unire al composto cioccolato/burro i tuorli, mescolare, la farina setacciata e lo zucchero e mescolare. Aggiungere gli albumi montati a neve mescolando delicatamente dal basso verso l'alto e infine 150g di lamponi. Versare l'impasto nello stampo ed infornare per 30-40' (prova stecchino). Sfornare, attendere qualche minuto e poi sfomare, lasciando raffreddare su una gratella.

La ricetta suggerisce di accompagnare il tortino con un coulis fatto con i 5og di zucchero e i 100g di lamponi rimansti e il succo di limone.

Raspberries

Un sorriso buonissimo,
D.

martedì 29 giugno 2010

A casa

Raspberries

Finalmente quasi a casa....manca solo una puntatina in Canada per qualche settimana e poi da settembre potrò mettere radici....e sistemare tutti gli scatoloni che sono arrivati insieme a me, a P., al mio bolide e a Lazzaro sabato sera dopo un viaggio di 13 ore e 1180km!
Domenica mattina dopo essermi ripresa dalle fatiche della guida e dell'ultimo periodo di lavoro "matto e disperatissimo" mi sono dedicata alla raccolta dei lamponi....quasi 3 kg! Avrei voluto fare un po' di marmellata...ma niente, ce li siamo mangiati in compagnia così, direttamente dalla ciotola e sul gelato....che golosi!
Questa mattina altro raccolto....e questi finiranno sicuramente in una tortina per festeggiare P. e il suo onomastico! Ah proposito, auguri a tutti i Pietro, Paolo e Paola!

Grazie per i vostri pensieri e il vostro sostegno.....

Un sorriso a casa,
D.

giovedì 17 giugno 2010

Solo un pensiero....

Daliette

....per dirvi che ci sono, silenziosa e lontana dai fornelli, ma ci sono. E' un periodo davvero intenso questo perchè sto chiudendo la mia avventura in the UK ed organizzando il mio rientro (quasi definitivo) in patria. Non ho ancora capito bene come mi sento...a volte non vedo l'ora, a volte mi agito al pensiero del mio destino lavorativo...però come si dice "chi vivrà, vedrà"!!

Voi pensatemi e tenete le dita incrociate!

Un sorriso sorridente,
D.

lunedì 24 maggio 2010

Panna cotta al Timo limone con Fragole

Panna cotta al timo-limone con fragole e shortbread alle nocciole

Questa panna cotta è un altro amore a prima vista (e un altro "furtarello"!) e ve l'avevo già presentata un annetto fa. Mi piace perchè è facile e veloce e l'uso delle maizena come addensante è davvero una genialata perchè come risultato s ottiene una crema veramente delicata e morbida. Questa volta ho voluto aromatizzarla in modo più avventuroso e fra le varie piantine dell'angolo delle erbe nel mio orticello, la scelta è caduta sul timo limone...next time si prova con la liquirizia!!

PANNA COTTA al TIMO LIMONE
Per 3 bicchieri

200ml Latte
200ml Panna fresca
50g Zucchero
15g Maizena
1 Manciata di rametti di timo limone
Scorsa di 1/2 limone

Portare a bollore il latte e la panna con il timo limone e la scorza del limone. Spegnere e lasciare in infusione per 15-20'. E' opportuno schiacciare con il dorso di un cucchiaio il timo limone e la scorza del limone per liberare gli aromi. Portare nuovamente a bollore e filtrare. Setacciare la maizena in una ciotola e aggiungere mescolando un cucchaio di latte/panna alla volta in modo che non si formino grumi. Rimettere sul fuoco e cuocere per 3-4' dal bollore. Spegnere, mescolare per qualche minuto per raffreddare e versare nei bicchierini (o vasetti) e far raffreddare completamente. Servire con un cucchiaio o due di fragole (o frutta a piacere) condite con poco zucchero e succo di limone.
Volendo si può mettere sopra le fragole (immediatamente prima di servire) un po' di crumble o accompagnare con dello shortbread alle nocciole (come nella foto) per aggiungere un tocco croccante...e chic!

Un sorriso fresco e profumato,
D.

giovedì 20 maggio 2010

Shortbread o Jenga?

Shortbread or Jenga?

Quando ho deciso come fotografare questo shortbread e di conseguenza quando ho scelto il titolo del post, mi sono sentita molto Esselunga!! Vi rivordate le loro pubblicità di qualche tempo fa in cui associavano un prodotto ad una cosa, un animale, un personaggio storico o un'attività? Del tipo....

Non so a voi, ma a me alcune facevano proprio sorridere!

La ricetta è di Trish Deseine tratta dal suo "Piccoli spuntini fra amici"; io l'ho modificata solo aggiungendo le nocciole. Ad essere sincera non sono molto amante dello shortbread ma questo l'ho trovato squisito...croccante, friabile e davvero piacevole al palato.

SHORTBREAD alle NOCCIOLE

250g Burro salato (io, Burro Salato 1889)
300g Farina
90g Zucchero
200g Nocciole tostate

Nel mixer tritare le nocciole con lo zucchero abbastanza finemente e poi trasferirle in una ciotola abbastanza capiente. Sempre nel mixer mettere la farina e il burro freddo tagliato a tocchetti e far andare alla massima velocità fino a quando il burro è sabbiato, cioè si è completamente mischiato alla farina formando delle briciole. Rovesciare sulle nocciole e impastare velocemente come per fare la frolla. Stenderlo subito con le mani in un teglia, rettangolare o tonda, foderata di carta da forno ad uno spessore di 1 cm. Lasciare riposare in frigorifero per una buona mezzo'ora e nel frattempo accendere il forno a 150°C. Infornare e cuocere per 50' fino a quando bello dorato. Togliere da forno, lasciare raffreddare per qualche minuto e poi con un coltello affilato tagliare a spicchi (se si è usata un teglia tonda) o a bastoncini (se si è usata una teglia rettangolare) e lasciare raffreddare completamente.

Con questa ricettina volevo partecipare al contest di Sandra in collaborazione con le Fattorie Fiadino perchè ci tenevo ad assaggiare questa novità visto che da quando vivo in England sono diventata una fan del burro nordeuropeo e non vado più molto d'accordo con quello italiano. Il Burro Salato 1889 ha superato la prova non solo perchè al contrario di molte marche italiane il suo sapore non e' grasso o pesante (avete presente quel fastidiosissimo retrogusto "burroso"?) ma anche perchè a P., che è ancora più puntiglioso della sottoscritta in fatto di burro (e retrogusto burroso), questo shortbread è piaciuto un tot! L'unico appunto è che l'ho trovato poco salato...se la nota sapida fosse leggermente più marcata, sarebbe perfetto.
Mi scuso con Sandra e con le Fattorie Fiadino per non essere stata puntuale ma negli ultimi tempi la mia vita è un gran casino...fra lavoro, nube vulcanica e imprevisti vari, mi son persa via ancora una volta !

Un sorriso meglio tardi che mai,
D.

PS. Per chi non lo sapesse, Jenga è un gioco da tavolo abbastanza divertente!

lunedì 17 maggio 2010

Piccoli Tiramisù al Pistacchio con Fragole

Tiramisù al Pistacchio con Fragole

L'idea del "Tiramisù in vasetto" non è farina del mio sacco...l'ho presa in prestito da Wiggi che l'ha presa in prestito da Sadler. Comunque, posso modestamente dire di aver potuto assaggiare l'originale al suo splendido wedding e, giusto per non farmi mancare niente, mi sono portata a casa due, e dico ben due!, vasetti di queste piccole bontà...ma non senza fatica, visto che i camerieri al rinfresco hanno cercato di portare via i miei tesssssssssssori più volte, ignari del benestare del loro capo...

Cercando di non scopiazzare tutto dalla Spilucchina, ho pensato di abbinare alle fragole due sapori che con esse si sposano (per rimanere in tema!) alla perfezione, il cioccolato, per il biscuit, e il pistacchio, per la crema...e solo in questo caso posso dire che il triangolo ha davvero un suo perchè!!!!

TIRAMISU' al PISTACCHIO con FRAGOLE
Per 8 vasetti

Per il BISCUIT al CACAO
(Ricetta di Ilona Chovancova tratta dal suo libro "Rotoli")

5 Uova
120g Zucchero
120 g Farina 00
2 Cucchiai Cacao amaro
1 Pizzico sale

Accendere il forno a 180°C. Separare gli albumi dai tuorli e montare questi ultimi con lo zucchero fino a quando sono bianchi e soffici. Setacciare la farina insieme al cacao amaro e al pizzico di sale ed aggiungerli un po' alla volta ai tuorli, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto. Montare gli albumi a neve non troppo soda ed unirli al composto di tuorli e farina mescolando molto delicatamente sempre dal basso verso l'alto. Versare l'impasto in una placca (25 x 35/40 cm) foderata con carta da forno. Cuocere per 12-15'. Sfornare e lasciare raffreddare completamente.

Per la CREMA di MASCARPONE al PISTACCHIO
(Ricetta della crema base tratta dal numero di Aprile 2010 di Sale&Pepe)

5 Uova
500g Mascarpone
200g Zucchero
100-150g Pasta di Pistacchio di Bronte

Separare le uova e montare in una ciotola capiente i tuorli con lo zucchero fino a quando bianchi e soffici. In un'altra ciotola mescolare il mascarpone con la crema di pistacchio ed amalgamare bene. Aggiungere il mascarpone ai tuorli montati e mescolare delicatamente. Montare a neve soda gli albumi ed aggiungerli al mascarpone/tuorli un po' in due volte mescolando con una frusta dal basso verso l'alto. E' importante che la crema rimanga soffice e leggera.

Per il MONTAGGIO

Biscuit al cioccolato
Crema di mascarpone al pistacchio
Caffè
Fragole
Cacao amaro

Coppare il biscuit al cioccolato con un coppapasta delle dimensioni del diametro del vasetto (altrimenti si possono tagliare delle strisce come se fossero savoiardi) e tagliare a fettine una 20na di fragole. Iniziare a mettere sul fondo del vasetto un disco di biscuit inzuppato nel caffè, poi uno strato di crema al mascarpone (1-2cucchiai), uno strato di fragole e proseguire con un secondo strato fatto solo da biscuit inzuppato nel caffè e crema al mascarpone. Cospargere con il cacao amaro e decorare con mezza fragola.

E qui l'originale di Sadler:

Tiramisù...

Ah proposito, ben tornata Wiggi!!!!!!!!!!

Un sorriso con il coperchio,
D.

giovedì 13 maggio 2010

Baci di Alassio

Baci di Alassio

Quando li ho visti sul numero di Marzo di Sale&Pepe, me ne sono subito innamorata....solo che come i Baci di Dama sembrano "very easy-peasy" da fare, ma ahimè dietro alla loro ricetta semplice si nasconde qualche insidia...Io sono riuscita a sfornare dei baci perfetti solo alla terza infornata!!!! Meno male che sono testarda perchè questi dolcetti sono STRA-SUPER-BUONISSIMI...soprattutto se vengono "dimenticati", chiusi in una scatola di latta, per un paio di giorni!

Come dicevo la ricetta è semplice semplice e, con qualche piccolo accorgimento, di sicura riuscita...soprattutto al primo colpo!

BACI di ALASSIO
Per una 20na di dolcetti

250g Nocciole tostate
200g Zucchero
25g Miele
25g Cacao amaro
2 Albumi (60-70g) (*)

Tritare finemente nel mixer le nocciole insieme allo zucchero e rovescierle in una ciotola capiente. Setacciarvi sopra il cacao e mescolare bene. Aggiungere il miele e amalgamare. Montare a neve ferma gli albumi e incorporarli un po' alla volta al resto degli ingredienti. Questo è davvero il punto critico perchè l'impasto deve risultare consistente (quasi duro) in modo i baci mantengano la loro forma in cottura (**). Quindi è possibile che gli albumi non debbano essere messi tutti. Riempire con l'impasto una sac à poche munita di bocchetta a stella grande. Su una placca foderata con carta forno formare dei dolcetti grandi come un mezzo guscio di noce tenendoli ben distanziati perche' in cottura gonfiano. Infornate a 180°C statico per 10-12' (si deve formare una specie di crosticina) nel ripiano medio. Sfornare e lasciare raffreddare. Accoppiare con un cucchiaino di ganache al cioccolato fondente. Conservsare in una scatola di latta (o in contenitore di plastica a chiusura ermetica). Per gustarli in tutta la loro meravigliosa e semplice bontá lasciarli riposare per qualche giorno.

GANACHE

75g Cioccolato fondente (50-70%)
75g Panna fresca

Portare ad ebollizione la panna e togliere dal fuoco. Aggiungere il cioccolato a pezzetti e mescolare fino a quando il cioccolato è sciolto e la crema liscia e lucida. Lasciare raffreddare fino a quando è densa e consistente.

(*) La ricetta originale non specifica il peso degli albumi; io ho considerato il peso dell'albume di un uovo medio (circa 35g).

(**) L'impasto ha la giusta consistenza quando si fa un po' fatica a spremerlo con la sac à poche; io al secondo tentativo mi sono accorta formando i baci che l'impasto era un po' troppo morbido e allora ho deciso di lasciarli asciugare per qualche ora sulla placca prima di infornarli. In cottura si sono allargati comunque anche se meno della prima volta.

Un sorriso che uno tira l'altro,
D.